Sant'Antonio, si sa, in città è il Santo per antonomasia. Ma dovete sapere che alla sua ombra si nascondono altri personaggi degni di nota: facciamo quindi i trasgressivi e scopriamone uno. Leopoldo Mandic, classe 1866, nacque in Montenegro sotto il nome di Bogdan Ivan. Giunse al convento dei frati minori cappuccini di piazzale Santa Croce a Padova nella primavera del 1909, e si distinse per lo più grazie alle sue doti di confessore. La sua fama attirava fedeli da tutta la provincia e non solo. Dopo la sua morte, avvenuta a Padova il 30 luglio 1942, venne prima proclamato beato da papa Paolo VI, e poi dichiarato santo il16 ottobre 1983 da Giovanni Paolo Il. Tra le centinaia di miracoli attribuiti alla sua intercessione, i tre ufficialmente riconosciuti dalla Chiesa per la glorificazione di Mandic riguardano le guarigioni prodigiose di Elsa Raimondi, Paolo Castelli ed Elisa Ponzolotti. Ma tralasciamo i miracoli più mainstream e andiamo subito a quello più particolare. Nel luglio del '34 padre Leopoldo era di ritorno da un pellegrinaggio a Lourdes. La carrozza che lo portava dalla stazione al convento prese via Dante, incrociando il percorso di un convoglio del tram troppo largo per lasciare spazio a sufficienza tra le rotaie e i portici della strada. Lo scontro col piccolo taumaturgo cappuccino e i fedeli che lo seguivano in corteo sembrava inevitabile. I passanti cominciarono a gridare che si fermassero, ma il cavallo imbizzarrito continuò la corsa, mentre il tram procedeva velocemente in senso opposto. Secondo alcuni san Leopoldo chiuse gli occhi e pregò, secondo altri fece un gesto, sta di fatto che le quinte dei palazzi che circondavano la strada indietreggiarono, come in un inchino, lasciando comodamente passare i due convogli. Dopo la sua morte, il santo fu inizialmente sepolto al cimitero di Padova. Solo dopo l'inizio del processo di beatificazione ci si decise a spostarlo in quello che oggi è noto come il santuario di San Leopoldo in piazzale Santa Croce, dove sono tutt'oggi conservati -miracolosamente sopravvissuti al disastroso bombardamento del '44, come il cappuccino aveva predetto -anche il famigerato calesse, la piccola cella-confessionale e le dovute reliquie. Mi rivolgo... quindi ai potenziali futuri santi in ascolto. Altri miracoli di questo tipo sono sempre i benvenuti in città, così che nelle strette strade patavine ci sia spazio per tutti i gusti in quanto a locomozione: dai suv alle piste ciclabili, senza tralasciare tram e pedoni.
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tratto da "Misteri e storie insolite di Padova" -Newton Comption editori |